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Cronaca dalla prima linea

FASE 1 – l’identikit

Ma chi è questo virus che sta riempiendo l’aria? Che ci sta costringendo a casa? Che ci fa dimenticare la quotidianità a cui eravamo abituati? Bisogna indagare un po’, cercare di capire, provare a ‘vederlo’.

“Ha un viso tondo e rosso, lo vedo fare una smorfia, il suo è un ghigno”, ne è sicuro Manuel Mancino, che sa anche che “la sua canzone preferita è ‘Smoke on the water’ dei Deep Purple. A scuola non gli piaceva la matematica, non si ricordava mai le formule. E sì, la prima volta che ha dato un bacio ha pensato che era felice”. Questo è un buon punto da dove iniziare.

“Il suo viso ha un grande naso, una bocca stretta, le sopracciglia sono folte, i capelli biondi e non ha gli occhi, le orecchie sono grandi, quasi degli orecchioni perché lui ha la febbre” testimonia Simone De Meo, che aggiunge di sapere anche il suo nome e cognome, “si chiama Giancarlo Zampetti e adora ‘Thriller’ di Michael Jackson. Sì, gli piace ballare il pop. Si è fatto un tatuaggio, è un chopper con un teschio sulla schiena, come quello del film ‘Ghostrider’, anche a lui piace sfrecciare ad alta velocità sui palazzi, lasciando tracce infuocate di se stesso.”.

“No, si chiama Francesco Della Vedova, il suo viso prende spunto dalle maschere dei film horror, che incutono paura solo a guardarle”, lo corregge David De Carli, “e in quinta elementare era un genio della chimica, perché gli piaceva analizzare gli elementi e le catene degli idrocarburi. Però non andava tanto bene in statistica perché i suoi dati non erano sempre attendibili”.

“Macchè, sembra Bukowski, con tutto quell’acne che ha sul volto, curata male quando era adolescente”, è molto preciso Carlo Fiorin, “adorava la geografia, dato che aveva bisogno di nozioni per spostarsi il più in fretta possibile”. E aggiunge che “Apprezza molto i neomelodici napoletani e si chiede perché tutti lo prendano in giro per questo; quindi ancora più arrabbiato si diffonde ovunque. E ha un tatuaggio, sono due mani meccaniche che si stringono la mano. Lo aveva fatto in onore di ‘Wish you where here’ dei Pink Floyd, però anche con l’ambizione che ci siano più strette di mano e più contagi”. E poi che “il primo bacio lo ha dato a circa tredici anni, come tutti noi, e si accorse che non gli bastava e voleva qualcosa di più. Desiderava fare tutto il resto e che in ogni dove lui potesse proliferare”.

“Lo so io, si fa chiamare Fabrizio il Sapientone”, afferma Maksimilian Scoletta, ”il suo viso è tondo con tanti brufoli vecchi di cento anni, ha gli occhi storti e il naso come Pinocchio, non si lava i capelli da circa un secolo”. Anche lui è sicuro che a scuola “gli piaceva molto la geografia, sapeva bene i nomi di tutte le nazioni e anche dei paesini più sperduti. Non era bravo invece nelle lingue, le mischiava tra di loro e ne scambiava i tempi”.

“E sì, il mister corona virus ha dato il suo primo bacio in una sera d’estate”, continua Maksimilian, “e nel buio si accorse che aveva baciato una signorina di nome Sars”.

Le prime indicazioni sono sempre utili.

Laboratorio di scrittura creativa nato dieci anni fa, organizzato e promosso dalla cooperativa sociale Aesontius di Gorizia, che si tiene ogni venerdì in via Vittorio Veneto 162 a Gorizia. Dieci anni di incontri e confronti, dialogo e discussione, scritture e letture. E collaborazioni con scrittori, poeti ed artisti del Friuli Venezia Giulia. Con partecipazioni al festival èStoria ed Aeson. Da tre anni dal laboratorio è nato “La prima parola”, corso di scrittura creativa con gli artisti, giunto alla sua terza edizione. Aperto alla cittadinanza, il corso si tiene presso la galleria d’arte Prologo di Gorizia, ed è fatto in collaborazione con l’omonima associazione culturale, e con il contributo della Fondazione Carigo. Attualmente, il laboratorio “Le Parole Libere” è curato da Giovanni Fierro e Francesca Ieroncic.